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Giacomo Nani (Porto Ercole, 1698 – Napoli, 1755)

Trionfo di fiori e frutta con animali da cacciagione entro ricco giardino

olio su tela
cm 105x205

firmato Giacomo Nani in basso a destra
Bibliografia di confronto: Achille della Ragione -  La Natura Morta Napoletana del Settecento -  Napoli, Edizioni Napoli Arte, 2010.


                                          N. Spinosa - Pittura napoletana del Settecento. Dal Barocco al Rococò  Napoli 1988, pp. 65-69; 96, figg. 196-199


                                          A. Tecce, Giacomo Nani, in - La Natura morta in Italia -  Milano 1989, vol. II, p. 960


M. Santucci, in Museo Nazionale di Capodimonte. Dipinti del XVIII Secolo, la scuola napoletana. Le collezioni borboniche e postunitarie, Napoli 2010, p. 130, n. 99 a-b, con bibliografia precedente
Giacomo Nani sin dai suoi esordi sviluppò quel genere naturamortistico di gusto neorealista prettamente seicentesco, ritraendo nelle sue opere trionfi di alimenti, fiori, frutta e cacciagione, rappresentando quasi una sorta di “menù” della cucina del tempo.

Fu allievo di Andrea Belvedere e di Gaspare Lopez, ma collaborò anche con Paolo De Matteis, per il quale realizzò le figure in alcune sue composizioni, spesso riprendendo il noto pittore Baldassare De Caro. Lavorò anche come decoratore nella manifattura di Porcellane di Capodimonte, dove dipingeva composizioni di animali e nature morte. Le nature morte di Giacomo Nani sono in affinità con le opere di Tommaso Realfonso, Giuseppe Recco e Giovanni Battista Ruoppolo, da cui trasse quei modelli compositivi ed estetici che lo resero molto richiesto nel Settecento da diverse personalità appartenenti alla nobiltà, come la duchessa di Terranova e il duca di Limatola; numerosi furono anche i suoi dipinti posseduti da Re Carlo di Borbone, conservati oggi a Napoli e a Caserta.





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