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Umberto Manzo ©  
(1960)

Senza titolo, 1992

Firmato e datato U Manzo 1992 in basso a destra nell'opera di destra
Matita, carboncino e acquerello su n.2 carte applicate su pannelli di legno
cm 120x200 (opera complessiva) - cm 120x100 (ciascuna carta)


Bibliografia: 
"Umberto Manzo - Un orizzonte metafisico", testo di Vittoria Coen, Tullio Pronti Editore, 1998, illustrato a pagina non numerata

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Dopo il diploma in Scenografia all’Accademia di Belle Arti di Napoli, a partire dalla metà degli anni Ottanta la ricerca di Umberto Manzo (Napoli, 1960) si caratterizza per l’utilizzo articolato di tecniche e materiali eterogenei, quali l’emulsione fotografica, il disegno a grafite, la pittura a olio, la sperimentazione con colori e colle vegetali, fino ad elaborare sintesi provvisorie che definiscono un palinsesto visivo intimamente radicato nell’operatività quotidiana e nei processi memoriali dell’artista.

Stratificando i propri disegni e collocandoli nello spessore del telaio, strutturando la profondità dell’opera attraverso ritagli multiformi che profilano la tela, conferendo alla teca un valore documentale, Manzo fa emergere dalla matericità degli elementi una molteplicità di narrazioni anche solo suggerite nell’apparizione e disposizione frammentaria, in cui la figurazione è sempre più un processo mentale e l’opera una riorganizzazione modulare, per quanto sfuggente e mobile: “le teche, le cornici e la disposizione dei disegni nello spazio ad essi assegnato testimoniano l’inclinazione alla ricostruzione di un ordine – cosmico, architettonico o morale – che è necessario […] all’espressione di proprie funzionali leggi di collocazione, d’organizzazione dinamica” (Gigiotto del Vecchio).

(Tratto dalla biografia dell'artista sul sito del Museo Madre di Napoli)

€ 3.000,00 / 5.000,00
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