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Giorgio de Chirico © (1888 - 1978)
Autoritratto delle nuvole, 1948
Firmato g.de Chirico in basso a destra
Olio su tela
cm 50x40
Firma, titolo e data sul retro
Scritta Bellissimo autoritratto di G.de Chirico, Renato Tassi sul retro
Dichiarazione notarile, con timbri, di autenticità con numero di repertorio 36300 sul retro
Provenienza:
Galleria Dell’Obelisco, Roma, come da etichetta sul retro;
Collezione privata, Firenze
Bibliografia:
Giorgio de Chirico, Galleria dell’Obelisco, Roma, 1949, n. 5.
Giorgio De Chirico. Catalogo Generale, opere dal 1931 al 1950, a cura di Claudio Bruni Sakraischik, Electa Editrice, Milano, 1973, volume IV, n. 335
Esposizioni:
Giorgio de Chirico, Galleria dell’Obelisco, Roma, gennaio 1949;
Giorgio de Chirico, Tornabuoni Arte, Roma, dicembre 2023 - febbraio 2024
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Giorgio de Chirico (Volos, 1888 – Roma, 1978), pittore erudito e raffinato intellettuale, profondo conoscitore e ammiratore dell’arte rinascimentale italiana, è universalmente riconosciuto come il padre della pittura Metafisica. Le opere del “Pictor optimus”, come egli stesso si definì, sono permeate da un’intensa atmosfera onirica e da numerosi richiami alla mitologia classica. Questi elementi esercitarono una profonda influenza sulle avanguardie del XX secolo, in particolare sul Surrealismo, e più in generale su tutta la produzione artistica successiva.
Tra i soggetti più ricorrenti e significativi della sua carriera, l’autoritratto occupa un posto di rilievo. De Chirico lo affronta in molteplici varianti e periodi, inserendolo spesso in contesti surreali e talvolta ironici, in dialogo costante con i modelli rinascimentali. Attraverso questa tipologia di opere, l’artista riflette sul proprio ruolo, gioca con il tema del tempo e afferma l’immortalità della sua stessa arte. De Chirico si autorappresenta come figura senza tempo, trasfigurando se stesso in un’immagine sospesa tra passato e presente. L’abito antico e il paesaggio storico proiettano il dipinto in una dimensione atemporale, simbolo di quella eternità che l’artista riconosce nell’arte e che la sua opera, ancora oggi, incarna pienamente.
Nell’”Autoritratto delle nuvole” del 1948, qui proposto e pubblicato nel “Catalogo Generale delle opere dal 1931 al 1950” a cura di Claudio Bruni Sakraischik, de Chirico ricorre in particolare all’escamotage dell’abito antico per accrescere il fascino della composizione. Come affermava lo stesso artista: «Il vestito moderno non è interessante da dipingere […] il vestito antico offre molte più possibilità per fare della pittura e dimostrare quello che si sa fare».
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