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Domenico Gnoli ©  
(1933 - 1970)

Eggs basket, 1960

Tempera e sabbia su tela
cm 61x91

Provenienza:
Collezione privata, Firenze;

Bibliografia:
Domenico Gnoli, Stuart Preston, New York Times, 5 maggio 1960;
Arte moderna e contemporanea. Antologia scelta 2014, catalogo della mostra, Tornabuoni Arte, Firenze, 2013, p. 129;
Domenico Gnoli, catalogo della mostra, Fondazione Prada, Milano, 2021, p. 128, n. 431;
Arte moderna e contemporanea. Antologia scelta 2025, catalogo della mostra, Tornabuoni Arte, Firenze, 2024, p. 129

Esposizioni:
Domenico Gnoli, Bianchini Gallery, New York, aprile - maggio 1960;
Eight young europeans, Closson Gallery, Cincinnati, novembre - dicembre 1960;
Domenico Gnoli, Galleria Giulia, Roma, aprile 1981;
Domenico Gnoli. Antologica, Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea Achille Forti, Verona, novembre 1982 - gennaio 1983;
Retrospective. Domenico Gnoli, Musée Cantonal de Beaux-Arts, Losanna, 1983

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Artista poliedrico, Domenico Gnoli (Roma, 1933 - New York, 1970) si è saputo distinguere nella sua breve esistenza come uno degli artisti di maggior caratura del suo periodo storico. Dedito in particolare alla pittura e all’illustrazione, Gnoli non è riconducibile a una specifica corrente artistica, ma ha saputo emergere grazie ai suoi stilemi unici. Le sue sperimentazioni con tempera e sabbia (tecnica che rimarrà caratteristica di tutta la sua opera) lo avvicinano alla pittura metafisica di Morandi e di Carrà. Ma una componente fondamentale nella sua ricerca estetica va ricondotta anche ai maestri del Rinascimento.

“Eggs Basket” è una tempera e sabbia su tela del 1960 raffigurante un cestino di uova all’interno di un paesaggio dalle tinte blu e arancioni. L’opera, esposta nella recente retrospettiva di Fondazione Prada nel 2021, vede un oggetto quotidiano elevato ad icona, come avviene per le opere più note dell’artista.

«Nei quadri di Domenico Gnoli il nulla diventa qualche cosa. È la “vita residua” passata in rivista, il quotidiano messo tra parentesi, la condensazione di tutto ciò che fugge inosservato per eccesso di informazione [...] Così tutto il campionario di oggetti comuni di Gnoli, alla fine, non ci fa vedere il mondo, bensì si fa vedere nel mondo. È un’esteriorità che occupa l’intero campo visivo, ponendosi come consistenza autonoma, come essenza delle cose». (Tratto da “Domenico Gnoli. Tra Iperrealismo e pop” di Luigi Meneghelli, Flash Art, n. 110, Novembre 1982)

Germano Celant definisce perfettamente questo ripieno delle cose dipinte da Gnoli, «un teatro sensuale e carnale dove si attua il continuo scambio tra le cose e i corpi, protagonisti di una complicità totale». Lui stesso aveva dato una definizione perfetta di questa vita che si vede e non vede dietro: «I miei temi derivano dall’attualità, dalle situazioni familiari della vita quotidiana; dal momento che non intervengo mai attivamente contro l’oggetto, posso avvertire la magia della sua presenza». (Tratto dal Catalogo della mostra su Domenico Gnoli di Fondazione Prada, a cura di Germano Celant, 2011)

€ 200.000,00 / 300.000,00
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