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Giuseppe Recco (Napoli, 1634 - Alicante, 1695) Domenico Gargiulo detto Micco Spadaro (Napoli, 1609/1612 - 1675)

a) Adorazione dei pastori entro una ghirlanda di fiori; b) Adorazione dei magi entro una ghirlanda di fiori

coppia di oli su tela
cm 76,5x103,5
firmati entrambi Gios. Recco in alto a destra

Bibliografia: V. Di Fratta, "Vita e opere del Cavalier Giuseppe Recco "pittore singolarissimo", artista e imprenditore dell'immagine nella Napoli barocca (1634-1639)" (catalogo ragionato delle opere di Giuseppe Recco di prossima pubblicazione)

La coppia di ghirlande di fiori con scene della natività di Cristo, inedita, rappresenta uno degli esempi più riusciti di opere di collaborazione eseguite da Giuseppe Recco nel corso della sua carriera artistica. La paternità delle cornici fiorite, oltre che nella firma, trova conferma nello stile tipico del più noto dei Recco, qui evidente nella restituzione realissima e ancora stillante di vita delle diverse specie di fiori di vari colori tradotti in infinite sfumature, nell'evocazione tattile dei petali dalla consistenza setosa, su cui luccicano le gocce d'acqua irrorate per ravvivare i fiori freschi, appena raccolti e intrecciati in una sfarzosa ghirlanda.
L'eleganza e la verità dei volti dalle gote arrossate, il tratto sottile e luminoso, la pennellata vivace e vibrante soprattutto nei panneggi dai colori brillanti che accendono la scena in primo piano, affidando all'ombra sfumata la profondità degli sfondi, rimandano alle intime composizioni di Domenico Gargiulo, che più volte aveva frequentato questi soggetti nelle sue tele come ad esempio l'Adorazione dei pastori conservata presso il Museo Nazionale e Certosa di San Martino o le due versioni dell'Adorazione dei Magi di collezione privata (cfr. cat. mostra Ritorno al Barocco, 2009, vol. II, nn. 1.109, 1.110, pp. 216-219), tutte opere datate tra la fine degli anni Cinquanta e gli inizi degli anni Sessanta del Seicento).
La presenza di rimandi ai modi di Luca Giordano nello stile delle figure qui attribuite a Spadaro induce a ritenere che anche le tele qui in discussione possano collocarsi negli anni Sessanta del XVII secolo, dunque in una fase matura dell'attività di Gargiulo, negli anni in cui più frequenti furono i contatti con Giordano (risale al 1664 la collaborazione fra i due per la chiesa di Santa Maria Regina Coeli, cfr. G. Sestieri - B. Daprà, Domenico Gargiulo detto Micco Spadaro, Milano-Roma 1994, p. 46). La datazione ben coincide anche con il percorso artistico di Giuseppe Recco, che negli anni Sessanta aveva ormai raggiunto una certa notorietà ed era ben inserito nel panorama artistico napoletano, riuscendo a ottenere i primi prestigiosi incarichi. La firma 'Gios. Recco' è del resto statisticamente più frequente nelle opere della prima maturità, tra gli anni Sessanta e gli inizi dei Settanta.
La collaborazione di Giuseppe Recco con Micco Spadaro, finora non individuata in altre composizioni, potrebbe essere stata favorita dallo stesso Giordano, con il quale fin da giovane Giuseppe Recco aveva stretto un sodalizio artistico e commerciale, potendo ottenere per il suo tramite i contatti di committenti, mercanti, procuratori e altri artisti.
La presenza della firma di Giuseppe Recco e l'assenza di quella dell'autore di figure pone in campo due considerazioni: potrebbe essere un indizio di un desiderio di accreditamento sul mercato da parte del più giovane pittore di nature morte che aveva potuto avvalersi della collaborazione di uno dei più illustri pittori napoletani della prima metà del Seicento; potrebbe, però, essere anche un segno della sostanziale parità dei generi della pittura in cui l'autore di nature morte risultava in questo caso addirittura prevalente.


Valeria Di Fratta
€ 35.000,00 / 45.000,00
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